di Rocco De Luca, redattore di Sogni&Bisogni
Lo sport può essere un alleato nel migliorare la salute mentale delle persone più fragili. L'attività fisica regolare favorisce il benessere psicologico e può svolgere un ruolo chiave nel gestire condizioni come ansia e depressione. La partecipazione a sport di gruppo, poi, offre un supporto sociale importante.
La redazione di Sogni&Bisogni ha incontrato Francesco Lenzi, tecnico sportivo che lavora presso la cooperativa Società Dolce da quattro anni affiancando gli educatori di Spazio Rondine nelle attività sportive di gruppo e individuali. Con Lenzi abbiamo parlato del calcetto del giovedì sera.
“La serale del giovedì è un'attività storica del nostro servizio e può essere tranquillamente considerata un fiore all'occhiello per ciò che riguarda la parte sportiva. È conosciuta come il calcetto del giovedì sera, ma in realtà è molto di più perché unisce lo sport con il benessere fisico e mentale”, racconta Lenzi.
I giochi di squadra infatti creano legami. La connessione con gli altri partecipanti aiuta a combattere l'isolamento che spesso accompagna le fragilità mentali. Ciò contribuisce a costruire una rete di sostegno, fondamentale nel percorso di recupero mentale.
L’attività del giovedì sera è nata tanti anni fa grazie alla collaborazione con l’associazione “Non Andremo Mai in TV…”, in particolare con l’aiuto di Daniele Collina (presidente Non Andremo Mai in TV), Aldo Raffaelli, Giovanni Comuzzi e Alessandro Arbizzani (educatore professionale) che oltre a essere parte attiva dell’attività con volontari e persone pronte a mettersi in gioco e a “darsi battaglia” sul campo da calcio, fornisce anche un significativo aiuto economico per lo svolgimento dell’attività stessa. È l'associazione, insieme a Società Dolce, a noleggiare il campo e fornire palloni, borsa medica e materiale tecnico-termico per i giocatori.
Negli anni la partecipazione al calcetto del giovedì ha avuto effetti benefici sulle persone più fragili, come spiega Lenzi: “L'attività sportiva ha un impatto profondo sulla salute mentale. L'esercizio fisico libera endorfine, migliora l'umore e riduce lo stress, soprattutto nelle persone più vulnerabili”.
Ormai da qualche anno l'attività si svolge presso il Circolo Tennis Italia, nel quartiere Barca di Bologna, dove il gruppo del giovedì è diventato “di casa”, coccolato dal personale del circolo.
Il ritrovo, direttamente presso il circolo, è alle 18, dopo un po' di chiacchiere i partecipanti si preparano per giocare a calcio. La partita inizia alle 19 e vede in campo persone in carico al Centro di salute mentale, iscritti all'associazione, educatori e volontari. “A volte, il campo è veramente affollato”, dice Lenzi.
Dopo aver giocato, il gruppo si sposta nel ristorante del circolo dove i calciatori, e anche chi è arrivato solo per assistere alla partita e stare in compagnia, mangiano insieme. La pizza, elemento conviviale per eccellenza, diventa il mezzo per condividere esperienze e gioie, rafforzando il legame tra le persone. In questo contesto informale, si creano ricordi indelebili e si stabilisce un'atmosfera di complicità che va oltre la competizione sportiva.
“A volte siamo arrivati anche a più di 40 persone a tavola e, ormai da qualche mese, abbiamo spostato l'attività dal campo da calcetto a 5 in un campo più grande”, racconta Lenzi.
Dal ragazzino a chi è un po' più in là con gli anni, dall’educatore al volontario, tutti insieme danno vita a partite combattute e ricche di agonismo che, al netto di qualche discussione, si appacificano sempre davanti a una bella pizza. Ma il bello è proprio qui, l’unione di tutte queste persone dà la misura di cosa dovrebbe essere l'integrazione.
“Questo scenario non è solo un rituale di divertimento, ma un ritrovo che alimenta relazioni solide e durature. Il calcetto è uno sport di squadra dinamico che promuove la cooperazione e la coesione, insegnando il valore dell'unità per raggiungere un obiettivo comune”, dice Lenzi.
Questa attività nasce per favorire l'inclusione sociale, creando un ambiente di condivisione e collaborazione. Far parte di una squadra sportiva dà la possibilità di stabilire connessioni significative con gli altri, riducendo il senso di isolamento spesso associato a disturbi mentali e disabilità. L'interazione con compagni di squadra e sostenitori contribuisce a creare un senso di comunità che può essere fondamentale nel percorso di recupero di chi affronta sfide legate alla salute mentale.
“Organizzo programmi sportivi inclusivi che coinvolgono tutti e, vedere la crescita emotiva di chi partecipa è gratificante. Lo sport crea un senso di realizzazione e autostima, elementi cruciali per vivere meglio”, spiega Lenzi che, con il suo lavoro, ha influenzato in modo positivo le persone con fragilità mentali.
La serale è un'attività che contribuisce a migliorare la salute mentale e fisica di chi vi prende parte. E grazie alla sua natura inclusiva favorisce la costruzione di una comunità solidale e supportiva e contribuisce al percorso di recupero dei partecipanti. Il connubio tra il calcetto, la pizza e la voglia di stare insieme crea legami solidi.
“Basta cominciare, trovare un'attività che appassiona, farsi coinvolgere e godere i progressi. Lo sport può essere una chiave per aprire porte verso una migliore salute mentale. L'importante è iniziare e fare piccoli passi ogni giorno”, conclude Lenzi.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
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