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Il ruolo dei familiari - Raccomandazioni

aggiornato al | Staff | COMPRENDERE I DISTURBI MENTALI

a cura di Marie-Francoise Delatour, Presidente dell’associazione Cercare Oltre APS

IL RUOLO DEI FAMILIARI

SERENITA’ PER ACCETTARE LE COSE CHE NON SI POSSONO CAMBIARE,
CORAGGIO PER CAMBIARE LE COSE CHE SI POSSONO CAMBIARE,
SAGGEZZA PER CONOSCERNE LA DIFFERENZA. (S. Francesco d’Assisi )

Il ruolo dei familiari è un ruolo difficile, spesso non preso in considerazione e lasciato alla buona volontà di ciascuno. Si è passati dalla fase in cui i familiari erano considerati come responsabili dell’accaduto (e per questo si vergognavano, si sentivano in colpa, andavano tenuti accuratamente fuori dai percorsi di cura perché il loro ruolo era “dannoso”) alla fase inversa nella quale il sofferente psichico viene “rimandato” a totale carico della famiglia, senza però fornire ne formazione ne adeguati supporti per gestire questa difficile situazione, 24 ore su 24. Dalla colpa alla impotenza, insomma.

Oggi, sempre più spesso i familiari cercano consigli, raccomandazioni, indicazioni, suggerimenti sui comportamenti da tenere o non tenere, all’interno della famiglia e nei rapporti con l’esterno. In realtà, siamo convinti che la famiglia possa contribuire in modo significativo al miglioramento, se è informata, se sa mettersi in discussione ed è capace di modificare il proprio atteggiamento, se sa interrogarsi ed agire.

Sulla base delle esperienze e riflessioni di un gruppo di Familiari, utenti, operatori, esperti che lavorano al sito Sogni&Bisogni, proponiamo un decalogo semplice di suggerimenti e raccomandazioni, sottolineando che ogni situazione è unica.

Sono indicazioni di base, ma non certo adatte a tutte le situazioni. La condizione psichica del momento, le caratteristiche di personalità, la storia familiare rendono molto particolare il rapporto utile ad ogni persone. Quelle che seguono sono indicazioni per la vita quotidiana, non per le situazioni di crisi che vengono sviluppate nell’area “Urgenze” del presente sito.

I primi passi

- Quando si notano comportamenti che preoccupano, non esitare a parlarne con il proprio medico o con uno specialista;

- Accettare che possa succedere nella propria famiglia; accettare la realtà, non negare l’evidenza;

- Evitare sensi di colpa, risentimento, vergogna, rabbia;

- Accettare di parlarne con altri, non isolarsi, non restare da soli; fare “di tutto di più” per informarsi;

- Partecipare ai gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA)

- Sapere fare un passo in dietro (mio figlio non è “mio”)

RACCOMANDAZIONI

1) Fare crescere il livello di vitalità per aumentare le difese naturali psico-fisiche

- Attenzione discreta sull’eventuale consumo di sostanze

- Alimentazione sana e “vitale”, disintossicante

- Muoversi e respirare

- Casa in ordine e pulita (ambienti, vestiti ecc); prudenza per quanto riguarda gli aspetti legati alla pulizia personale della persona sofferente.

2) Mantenere un contesto di vita familiare chiaro e positivo.

- Rafforzare se stessi come familiare per essere un punto di riferimento nella tempesta; se necessario chiedere una psicoterapia di supporto per sé o una terapia familiare;

- Non smettere di essere quello che si è, mantenere saldo il quadro di riferimento dei ruoli nella famiglia; continuare a fare la propria vita, a coltivare i propri interessi;

- Cercare di offrire ai figli in difficoltà un sostegno che promuova la loro autonomia;

- Fare di tutto per mantenere un clima tranquillo in famiglia (gentilezza, ascolto, pensare positivo, grande rispetto, clima sereno); non è per niente facile, ma lo sforzo è quasi sempre ripagato;

- Rimuovere i legami problematici con il passato (segreti di famiglia, antichi traumi… non lasciare che agiscano nel silenzio;

- Coltivare la speranza (verso la guarigione);

- Ascolto, Ascolto, Ascolto;

- Pensare che le situazioni difficili possono attivare capacità di reagire e di evolvere che non sappiamo di avere.

3) Adottare comportamenti nelle relazioni che facilitino il percorso di cura

- il rapporto con i farmaci;

- Il rapporto con i Servizi;

- I rapporti con il lavoro;

- I rapporti con l’inclusione sociale.

4) Tutelare il proprio familiare negli aspetti giuridici e normativi

I COMPORTAMENTI DA EVITARE:

Ognuno è "un caso a se”; ma alcuni comportamenti vanno sempre evitati.

Il tema del rispetto è centrale.

- Non trattare il proprio familiare come un bambino (soprattutto in presenza di altri)

- Non “vestirsi a lutto”;

- Non insistere in discussioni “razionali” (non lottare per fare “ragionare”);

- Non rispondere alle provocazioni, non buttare benzina sul fuoco;

- Non negare drasticamente fenomeni percepiti, voci o percezioni che ci appaiono irragionevolinegare drasticamente fenomeni percepiti, voci o percezioni che ci appaiono irragionevoli;

- Non imporre i propri convincimenti (non stancarsi di dialogare e cercare di sostenere realisticamente le libere scelte altrui);

- Non prevedere “soluzioni” che rafforzano i legami di dipendenza in famiglia;

- Non cercare di fare cambiare gli altri in famiglia, non pretendere che il proprio familiare sia diverso da come è;

- Non giudicare e non lasciare che altri giudichino;

- Non commiserarsi e non commiserare;

- Non tradire mai (ad esempio: mettere delle gocce nella minestra, raccordarsi con lo psichiatra all’insaputa del familiare in cura);

- Non competere con i medici pensando di essere meglio di loro; non criticare lo psichiatra davanti al proprio familiare in cura;

- Non perdere la pazienza, non perdere la speranza;

- Non considerare tutti i pensieri e i comportamenti del proprio familiare come malati; considerarlo sempre prima di tutto come persona.

I problemi tuttora aperti/ esigenze/aspettative espresse dai familiari

- Potere avere un confronto tra familiari ed esperti; Che i corsi di formazione ed aggiornamento per gli operatori vengano aperti anche ai familiari;

- Come fare quando la situazione esplode? Quando un figlio non vuole fare niente?
Quando “non si sa più che pesci pigliare”?
Occorre potere disporre di un servizio di consulenza per i familiari; Disporre di uno strumento di supporto, di un telefono per parlare con un altro familiare; Disporre di un orecchio che sappia ascoltare, di un pronto soccorso in rete per i familiari;

- “Attualmente le cose sono troppo schematizzate, non si può schematizzare tutto, ci vuole una terapia familiare” Troppo spesso non c’è un collegamento tra il lavoro degli operatori con il paziente e con quello dei suoi familiari. Necessità di attivare un percorso di dialogo a 3, un confronto tra Servizi, paziente e famiglia; In assenza di dialogo, i familiari non sanno come muoversi; quando non vengono coinvolti, i familiari giudicano l’operato dello psichiatra anziché entrare in un rapporto di collaborazione; Nei casi di collaborazione, tutto si svolge meglio; Non limitarsi a rispettare la privacy;

- Ci vuole un luogo di raccolta delle istanze dei familiari; Il familiare che ha bisogno di lamentarsi, come uscirà dal solco?

 Nella cura delle persone occorrono:

1 tazza di scienza

1 barile di prudenza

1 oceano di pazienza

(Beppe Dell’Acqua)



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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