a cura di Daniele Collina, redattore di Sogni&Bisogni e Presidente di Non Andremo Mai in TV
Il 04 Giugno verrà inaugurata la casa di Tina, un luogo gestito dalle associazioni operanti nell’ambito della salute mentale, composte da utenti e famigliari. Questa struttura è dedicata a Tina Gualandi, che per alcuni anni, fino alla sua prematura scomparsa nel 2018, è stata la vicepresidente dell’Associazione Non andremo mai in TV.
Tina è entrata nell’ associazione in punta di piedi, con una grande voglia di fare e partecipare alle attività, di sentirsi coinvolta e dare il suo contributo.
Di lei mi sono rimasti impressi soprattutto i suoi interventi durante gli incontri con le scuole. Si raccontava senza censure o vergogna, con il solo scopo di far capire ai ragazzi il problema della salute mentale, dal quale si può uscire (la recovery che va tanto di moda adesso) e che non deve diventare un marchio di infamia per chi ne soffre.
Con lei io scherzavo spesso, giocando sulla sua età e lei mi mandava cordialmente “a spendere” o “a quel paese”. Ho appreso della sua morte in maniera traumatica e improvvisa; ero in vacanza, ed una mattina, accendendo il cellulare, ho letto di “una messa per Tina”. Quello stesso giorno ho saputo cosa era successo. Il non avere potuto partecipare al suo funerale mi è dispiaciuto tantissimo.
Tina, tra le tante attività, scriveva per il Faro e, in occasione dell’inaugurazione della struttura a lei dedicata, uscirà un numero speciale in cui sono raccolti i suoi articoli. Leggendoli ho conosciuto meglio Tina, scoprendo una persona con mille interessi: la musica facendo parte di diversi cori, i viaggi spesso visti in Tv per mancanza di disponibilità economica (ma non per questo meno emozionanti), gli animali, in particolar modo i gatti, che hanno fatto parte della sua vita per diversi anni dandogli compagnia e serenità.
Dai suoi scritti però quello che emerge maggiormente è la voglia di testimoniare la sua vita, con tanti alti e bassi. Il difficile rapporto con il padre, l’amore per la madre morta troppo presto e il rapporto con la sorella maggiore. Tina è anche stata professoressa di Italiano e racconta in un articolo il rapporto con i colleghi e con gli studenti. Parla delle sedute con gli psicoterapeuti che l’hanno aiutata ad uscire dai periodi più bui della sua vita.
Mi chiedo come avrebbe affrontato questa pandemia, lei sempre impegnata in mille cose. Credo che avrebbe sofferto molto ma avrebbe anche fatto di tutto per aiutare gli amici in difficoltà. Sarebbe stata sicuramente in prima fila per vaccinarsi e poter tornare alla vita di sempre.
Tina manca a tutti quelli che l’hanno conosciuta, ma le testimonianze che ci ha lasciato possono essere di esempio per le persone che soffrono di disturbi mentali. Il suo insegnamento più grande, secondo me, è il non arrendersi, trovare sempre un modo per affrontare le difficoltà della vita.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
presso Istituzione Giancarlo Minguzzi
Via Sant'Isaia, 90
40123 Bologna
Codice Fiscale: 91345260375
email: redazione@sogniebisogni.it