di Marie-Françoise Delatour, Presidente di Cercare Oltre A.P.S e capofila di Sogni&Bisogni
La salute mentale è in marcia, sta lentamente attuando il suo mutamento: da luogo chiuso “per la salute mentale” a “spazio della salute mentale nella città, per la città”.
Con questo numero di luglio vi proponiamo uno sguardo ampio sulle nuove esperienze che si stanno avviando e consolidando in questo senso sul territorio di Bologna:
La trasformazione del Centro diurno Rondine che trasloca presso un luogo della città fatto di micro realtà associative e diventa uno spazio aperto, con attività diffuse sul territorio e orari elastici, per accogliere le esigenze di 150 persone che usufruiscono di un budget di salute;
Grande spazio è stato riservato al programma del DSM-DP sul Recovery College, i cui corsi stanno partendo nei vari territori dell’AUSL: collaborazione tra uffici reti dei quartieri e Centri di Salute Mentale come al Navile, “Bagni di foresta” come a Casalecchio, sono esempi di una nuova offerta di corsi brevi su tematiche scelte con i partecipanti;
Uno sguardo a Psicoradio, che accoglie sempre di più giovani e giovanissimi nella sua redazione, e dedica grande attenzione al tema della qualità delle cure e al percorso verso la guarigione dal punto di vista dell’utente;
Un esempio di visite di gruppo a realtà produttive rispettose della sana alimentazione: L’acetaia di Savignano sul Panaro che produce aceto tradizionale di Modena in un locale medievale messo a disposizione dal Comune e gestito da un volontario esperto.
Questa offerta di opportunità si aggiunge alle attività dei programmi PRISMA attuati in coprogettazione con le Associazioni, e PACO attuati in coprogettazione con le cooperative sociali del Consorzio Indaco.
Per chiudere, vi proponiamo di leggere il romanzo breve, “Avere tutto” di Marco Missiroli che racconta il percorso di un padre e di un figlio, entrambi affetti da una dipendenza. Il figlio con la febbre del gioco d’azzardo, e quindi con una dipendenza patologica, e il padre con la smania di vincere sempre alle gare di ballo. Entrambi scoprono strada facendo che “avere tutto” vuole dire avere ciò che è possibile, in particolare poter avere gli affetti delle persone care che sino a prima non erano quasi visibili.
Anche il vocabolario delle esperienze sta mutando: sempre più si parla di amicizia, di relazioni di fiducia, di speranza, di guarigione, perché la reversibilità anche parziale, dei processi di malattia e di emarginazione sembrano possibili, non solo un obiettivo ma anche una nuova e fragile realtà che vogliamo osservare e descrivere.
“Io non sono la mia malattia”, come ricordato nell’articolo sulle attività del programma Recovery College. Con questo vi invitiamo alla lettura e vi auguriamo buone vacanze.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
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