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Dipendenze: Crescono le poliassunzioni, scende l'età dei consumatori

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

La FeDerSerd, l’organizzazione che raggruppa i professionisti dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, ha organizzato un convegno a Bologna per fare il punto sulle dipendenze. Sono due i servizi per le dipendenze sul territorio cittadino bolognese, uno nella parte est e uno in quella ovest, vicino all’Ospedale Maggiore. Sei nel resto della provincia: a San Giovanni in Persiceto, Budrio, San Giorgio di Piano, San Lazzaro e a Vergato. Un numero significativo di strutture per chi crede nei servizi di prossimità, come dimostrano gli altri due centri a in via di definizione a Bologna.

Articolo SERD

Le persone in cura fra Bologna e provincia sono circa quattromila, un dato sostanzialmente invariato quantitativamente, ma che vede un passaggio notevole dall’eroina e dagli oppioidi in generale alle poliassuzioni, soprattutto relative al consumo di alcool e cocaina sniffata, in una popolazione di dipendenti da sostanze sempre più giovane.

L’obiettivo deve essere quello di mettere i servizi in rete nel modo più efficiente possibile, che significa anche comunicazione rapida fra strutture differenti, visto che la gran parte dei giovani che si rivolgono al SERD provengono soprattutto dai ricoveri nei pronto soccorso. Troppo tardi, verrebbe da dire. La causa di questi ricoveri tardivi è l’alone stigmatizzante che il SERD si porta storicamente dietro, come luogo presso il quale si rivolgono solo gli eroinomani “all’ultimo stadio”, magari con una diagnosi di HIV. Pregiudizi ovviamente, ma gravi perché limitano gli interventi nelle fasi iniziali dell’insorgenza, quando tutto sarebbe più facile da affrontare.

Marco Riglietta, vicedirettore del comitato scientifico della FeDerSerd, ha riportato i dati riguardanti l’aumento del consumo delle sostanze psicoattive. “La cocaina dal 2005 viene consumata da tutte le classi sociali anche per l’abbassamento dei prezzi, non è più la droga dei ricchi. Anche la cannabis può creare dipendenza, è bene ricordarlo, ma, che si voglia crederlo o no, sono alcool e tabacco le sostanze più diffuse”.

Poi ci sono le droghe sintetiche. “Sono un grande problema - sostiene Maria Luisa Grech, direttrice SERD Ausl Bologna - soprattutto perché vengono costantemente sintetizzate e non facciamo neanche in tempo a studiarle; è una lotta impari. Hanno un fortissimo effetto psicoattivo e proprio per questo sono molto pericolose. Ci consultiamo continuamente con i colleghi del pronto soccorso che sono i primi a dover gestire queste situazioni”.

Da osservare con grande attenzione le nuove dipendenze, quelle compulsive da gioco e la dipendenza da Internet che, come riportato anche in una recente trasmissione televisiva, hanno un effetto anche sulla plasticità del cervello e sul suo funzionamento, oltre che un impatto disastroso dal punto di vista psico-sociale.

Sul piano della terapia farmacologica si saluta positivamente la somministrazione mensile o addirittura semestrale in grado di liberare gli utenti dall’assunzione frequente dello sciroppo e della compressa. Una terapia stabilizzante che, contro gli oppiacei, si è rivelata particolarmente efficace.

Rimangono tre problemi sul tavolo da affrontare: la contrattazione da parte delle aziende sanitarie dei costi del nuovo farmaco antagonista agli oppiacei, la formazione del personale per svolgere al meglio le proprie mansioni e la sensibilizzazione dei pazienti su cosa effettivamente siano i SERD, quale il loro scopo, quale l'importanza. Necessità che possono essere affrontate solo con la necessaria attenzione governativa che si traduce anche in un maggiore finanziamento per le strutture che si occupano di una piaga socio-sanitaria in crescita esponenziale.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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