di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni
Con la pandemia del Covid 19 le strutture dedicate alla salute mentale hanno registrato un notevole incremento di richieste di aiuto per pazienti adolescenti con problemi legati all’abuso di sostanze.
Un dato che era già in crescita negli ultimi anni ma che con l’isolamento, le difficoltà psicologiche dettate da questa difficile condizione e le iniziative necessarie per il contenimento della diffusione del virus ma inclementi per un corretto stile di vita per i più giovani, è aumentato in modo esponenziale. Oltre alle iniziative approntate dal DSM-DP dell’Ausl di Bologna, fra le quali ricordiamo la linea diretta “Parla con Noi” organizzata durante le fasi più acute della pandemia e ormai terminata, si è parlato nell’ambito di una giornata di dialogo e confronto con diverse realtà del Nord Italia (Trieste, Torino, Milano), del servizio offerto da Area 15. Nata nel 2012 come spazio informativo e di consulenza sulle sostanze per i più giovani, promossa dal Comune di Bologna in collaborazione con le cooperative sociali Open Group e La Carovana, è diventata un servizio socio-sanitario integrato per la promozione della salute, la prevenzione, l’accoglienza e le prime diagnosi sui consumi. Rivolta ai giovani dai 13 ai 24 anni e con sede in via de’ Castagnoli 10, in zona universitaria, si rivolge ai consumatori che non si riconoscono nel profilo di utenti dei servizi dedicati alle dipendenze patologiche ma che possono usufruire di setting clinici e percorsi info-educativi, potendo accedere a percorsi di cura usufruendo delle competenze di operatori e tirocinanti. Si tratta di una equipe che integra la componente clinico-sanitaria quella sociale attraverso un raccordo con i servizi attivi sul territorio e con le scuole secondarie di primo e secondo grado di Bologna con l’obiettivo di intercettare i bisogni e promuovere consapevolezza tra i giovani.
Nei primi 18 mesi dalla riorganizzazione del servizio (da gennaio 2021 a giugno 2022), Area 15 ha accolto complessivamente 223 persone. Di queste 146 sono minori o giovani, mentre in 77 casi si tratta di genitori o caregiver. L’età media dei giovani che si sono rivolti al servizio è di 19,5 anni; nel 45% dei casi si tratta di minorenni. Relativamente al genere la prevalenza è maschile, esattamente il 73% contro il 27% di ragazze.
Per quanto riguarda la sostanza primaria per cui hanno effettuato l’accesso al servizio, prevale la cannabis (87 accessi); a seguire la cocaina (20 accessi), l’alcol (14), le “dipendenze digitali” (7), i farmaci (4).
I dati epidemiologici e clinici suggeriscono un quadro globale in cui il consumo di sostanze è un fenomeno che riguarda fasce di popolazione sempre più giovani che vengono a contatto con sostanze psicotrope legali e illegali: alcol e cannabinoidi in primo luogo, ma anche farmaci e cocaina tra le altre. All’uso delle sostanze si affianca anche il tema dell’abuso della tecnologia da parte dei giovanissimi che incorrono in forme differenti di dipendenza.
Gli obiettivi del servizio sono quelli di costruire un ambiente dedicato ai più giovani che sia non stigmatizzante, non medicalizzato, con servizi socio-sanitari integrati, in grado di adeguarsi e conformarsi agli accessi “intermittenti” di questa fascia di popolazione; agganciare precocemente gli adolescenti che consumano sostanze, riducendo i rischi di peggioramento e cronicizzazione e promuovendo la continuità terapeutico-assistenziale, nonché un indirizzo ai clinici laddove necessario. Infine promuovere la consapevolezza del consumo di sostanze, la conoscenza dei rischi e del danno correlato all’uso, lavorando sia sugli aspetti famigliari e di gruppo, destinando - in consulenza - spazi dedicati anche ai genitori e agli altri operatori coinvolti nel contesto.
Oltre alla sede fisica del servizio esiste anche un sito, www.area15.it, che con uno stile grafico costruito per attrarre maggiormente i giovani, attraverso anche tavole fumettistiche sul tema dell’uso delle sostanze, offre informazioni sulle sostanze e sugli incontri tematici di approfondimento e la possibilità di inviare domande attraverso un form da compilare oppure attraverso i social, con un numero specifico su whatsapp, una chat su Telegram e i messaggi diretti su Instagram.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
presso Istituzione Giancarlo Minguzzi
Via Sant'Isaia, 90
40123 Bologna
Codice Fiscale: 91345260375
email: redazione@sogniebisogni.it