di Laura Pasotti
Sono più di mille gli studenti iscritti all'Università di Bologna che nell'ultimo anno si sono rivolti al Servizio di aiuto psicologico di ateneo. Il Sap è stato attivato nel 1985 presso la Facoltà di psicologia e oggi è rivolto a tutti gli studenti dell'Alma Mater che possono attraversare un momento di difficoltà a causa della pressione sociale, della competitività, della solitudine o di altre situazioni che alterano la loro salute.

Lo scorso 10 ottobre nel convegno che ha chiuso la settimana della salute mentale a Bologna, la prorettrice vicaria dell'università, Simona Tondelli, ha spiegato che il Sap, con la consulenza psicologica e gli interventi di sostegno psicologico per problematiche di tipo emotivo o relazionale o di adattamento alla vita universitaria, è una delle risposte che l'ateneo offre agli studenti, ma non è l'unica.
Passo Passo è un servizio di ricerca degli studenti regolarmente iscritti ma bloccati nel loro percorso di studi per problemi psicologici, motivazionali o sociali o per difficoltà didattiche. Dopo il contatto, gli studenti possono usufruire di colloqui individuali di supporto per capire quali le loro difficoltà e i bisogni. Come ha raccontato Tondelli, il 50% degli studenti intercettati riprende gli studi.
Il progetto Pro-Ben Unist Health, organizzato da Cusb con l'Università e il Dipartimento di Scienze per la qualità della vita e finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca, offre attività sportiva gratuita agli studenti per promuoverne il benessere psicofisico e contrastarne il disagio emotivo e psicologico. L'obiettivo è aiutarli a sentirsi più energici, motivati e sereni.
Esistono poi strumenti di conciliazione tra vita e studio rivolti a studenti che fanno sport agonistico, a quelli che si prendono cura di un familiare, che hanno bisogni educativi speciali. A questi si aggiungono poi i servizi per gestire la carriera alias, gli sportelli antiviolenza, i laboratori per apprendere strategie efficaci di studio. Per renderli facilmente individuabili dagli studenti è stata realizzata la campagna Niente Panico, con manifesti sparsi per l'università.
Sono circa 100 mila le persone che frequentano ogni giorno l'università di Bologna, tra studenti e personale. E l'ateneo oltre a prevedere strumenti per accompagnare e sostenere gli studenti in difficoltà, ha predisposto anche servizi per docenti, ricercatori, personale tecnico e amministrativo, sempre con l'obiettivo di promuoverne il benessere psicofisico e contrastarme il disagio psicologico. Ne sono esempi il progetto “Come ti senti?”, la formazione sul benessere, l'ufficio per l'inclusione e la tutela lavorativa, le forme di lavoro flessibile, e il servizio “Avrò cura di me”. Quest'ultimo nell'arco di tre anni, ha raccontato Tondelli, ha aiutato 200 persone all'anno a sviluppare competenze per gestire sovraccarico emotivo, difficoltà relazionali e conflitti lavorativi.
Da aprile 2025 all'università sono partiti anche i percorsi del recovery college, uno strumento nato nel mondo della salute mentale in cui le persone possono diventare studenti del proprio benessere” e acquisire competenze utili per iniziare un percorso di recovery. A maggio è partito il primo corso, “Stop alla performance”: uno spazio per riflettere e liberarsi delle pressioni esterne e interne e vivere con meno ansia il proprio percorso di studi. Altri corsi hanno approfondito la cultura alimentare e il rapporto tra cibo e benessere e il modo in cui limiti e confini influenzano la vita.

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
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