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Sport, socialità e cultura. In 300 a Viserba per Esportiamoci

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Daniele Collina e Rocco De Luca, redattori di Sogni&Bisogni

Dal 5 al 10 settembre 2022 Viserba (Rimini) ha accolto la 21esima edizione di “Esportiamoci – Il sogno”, un progetto del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Ausl Romagna organizzato dalla Uisp di Rimini e che promuove l'inclusione e la socialità attraverso lo sport.

Foto Articolo Viserba2022
Per una settimana, 300 persone seguite dai Centri di Salute Mentale di Bologna, Parma, Rimini, Ferrara, Cesena, Modena, Imola, con i loro accompagnatori si sono cimentati in camminate sulla spiaggia, attività di risveglio muscolare, beach soccer, beach volley, beach tennis, yoga, immersioni subacquee e hanno partecipato a incontri, seminari, concerti e spettacoli teatrali.

Da Bologna sono partiti un centinaio di utenti (provenienti da tutti i CSM di Bologna), insieme a una ventina di educatori e circa 10 volontari grazie ai progetti Prisma e Paco. Erano presenti gruppi organizzati dal Centro Rondine, dal Centro Tasso, dal CSM di Vergato e dalle Associazioni Galapagos e Cristina Gavioli (grazie a fondi privati). Grazie al progetto PRISMA "Movimento e Socialità" al soggiorno ha partecipato un gruppo di 12 utenti in autonomia. Un progetto PACO collegato allo stesso PRISMA ha portato a Viserba 6 utenti.

L'edizione 2022 ha superato la quota dei 300 partecipanti, valore ottimale per la ripartenza delle attività riabilitative dopo la pandemia. L'obiettivo è di arrivare a numeri ancora più alti”, dice Andrea Parma, dirigente dell'Unità operativa del Centro di Salute Mentale di Rimini, psicologo, psicoterapeuta e psicanalista che si occupa di riabilitazione psichiatrica e segue “Esportiamoci” da circa 7 anni, affiancando inizialmente Fernando Monte, uno dei padri fondatori insieme a Riccardo Sabatelli.

La maggiore difficoltà organizzativa per un'edizione (finalmente) con meno restrizioni rispetto a quella in forma ridotta dell'anno scorso è stata il fatto che concorrevano all'iniziativa tanti soggetti eterogenei. “Il programma era molto ricco e, ad esempio, mettere insieme la pianista, la UISP, la salute mentale, le associazioni, il teatro e la spiaggia ha richiesto un lavoro di rammendo continuo”, racconta Parma.

Molto seguito è stato lo spettacolo teatrale “Oceani” di Alcantara Teatro che si è tenuto il 6 settembre a Rimini: la platea del Teatro degli Atti ha accolto circa 300 persone, anche esterne a Esportiamoci, fornendo così una buona occasione di contaminazione. “Per essere una replica (lo spettacolo è stato visto a Santarcangelo di Romagna qualche mese fa) sono numeri importantissimi aiutati dalla presenza di attori bravissimi come Davide Camporesi e da una ottima regia di Anna Pizzioli e Damiano Scarpa”, dice Parma.

Altra attività è stata la biciclettata riuscita molto bene anche se complicata dal fatto che essendo nel primo giorno c'è stato poco tempo per l'organizzazione e per le prenotazioni. Poi c'è stato il giro con il trenino in parte ostacolato dal meteo e dall'orario della partenza molto presto nella mattina ma comunque riempito in ogni ordine di posto. Una guida ha accompagnato gli ospiti per un tour storico di Rimini, una città che negli anni sta crescendo culturalmente e architettonicamente.

Per migliorare Esportiamoci si potrà innanzitutto fare una operazione di maggiore coinvolgimento a livello italiano facendola diventare una manifestazione di rilievo nazionale come in parte era prima del COVID con la presenza di gruppi dalla Lombardia, Toscana, Marche e altre regioni – continua Parma - Occorre fare un lavoro di presentazione del progetto con i referenti delle aziende sanitarie e delle UISP regionali”. L’edizione di quest’anno ha posto le basi per incrementare ulteriormente i numeri dei partecipanti e rendere l’offerta ancora più ricca.

La UISP è stata straordinaria, con una disponibilità rarissima per tutto quel che concerne l’organizzazione, i finanziamenti, la parte amministrativa, che è sempre la più difficile per un’azienda come la USL che si muove con regole molto rigide, facilitando tutta una serie di passaggi che altrimenti sarebbero diventati complicati”. Andrea Parma cita in particolare Paolo Belluzzi, Mariagrazia Squadrani e Genny Bronzetti. “Per coinvolgere maggiormente la cittadinanza serve un lavoro preliminare di promozione dell’evento nelle sedi non usualmente destinatarie delle nostre iniziative, quindi andare laddove molti non sanno nemmeno di cosa parliamo”. Molti infatti conoscono il mondo della disabilità ma non quello della salute mentale.

La voce degli educatori

Marco Pesaresi è un educatore di Rimini e quella del 2022 è stata la sua seconda volta a Esportiamoci. “L’anno scorso avevo lavorato sempre con la UISP in altre attività e ho accettato subito la proposta di venire a Viserba. Era la mia prima volta nell’ambito della salute mentale, non avevo delle idee su cosa avrei potuto trovare ma ho voluto organizzare diverse attività per farmi trovare pronto, ho pensato a cosa avrei potuto dare. In questi due anni ho trovato molti stimoli dato che mi piace molto la condivisione. Parlandone anche con gli altri ragazzi della UISP sono giunto alla conclusione che Esportiamoci dovrebbe durare di più dato che per conoscersi bene occorrerebbe più tempo. Rimane comunque la voglia di potersi ritrovare il prossimo anno”, racconta Pesaresi.

In spiaggia, Pesaresi si occupava di tutte le attività sportive, a parte il risveglio muscolare e lo yoga, quindi pallavolo, camminate, tornei di bocce, carte e biliardino. “Questa esperienza mi ha rimesso in ordine le priorità, al contrario del lavoro con le scuole dove si fa molta teoria e si dimentica un po’ la pratica, si è fatto un lavoro molto fisico”, spiega.

Secondo Pesaresi, si potrebbe migliorare la gestione delle iniziative: “L'avvio delle attività era legato a chi si presentava, non c’erano dei tempi fissi, magari eravamo pronti per fare un torneo di pallavolo e causa maltempo o poche persone presenti si finiva per giocare a carte. Sarebbe bello anche organizzare delle camminate in spiaggia con diversi livelli di difficoltà per coinvolgere più persone possibili. L’idea di avere più giorni a disposizione nasce anche dal grande numero di attività che venivano fatte spesso in concomitanza non permettendo a tutti di fare tutte le esperienze”.

Il gruppo di Pesaresi era composto da 6 ragazzi di età compresa tra i 24 e i 30 anni: “Tutti si sono trovati bene. Alcuni c'erano già l'anno scorso e il loro ritorno è una prova della riuscita della manifestazione. Anche i nuovi erano contenti del gruppo che si era creato tra di noi e tra tutti i partecipanti. Alla fine erano entusiasti”.

Marco racconta anche un piccolo aneddoto che dimostra il clima che si è creato. “Una ragazza di Rimini veniva tutti i pomeriggi e una volta noi ragazzi della UISP siamo arrivati e ce la siamo trovata seduta al nostro posto sotto l’ombrellone che ci aspettava perché non vedeva l’ora di iniziare le attività. Questo ci ha fatto molto piacere e dimostrato che i nostri sforzi erano stati apprezzati”.

E il prossimo Eportiamoci? “Sarebbe bello organizzare delle escursioni che partano dalla spiaggia e arrivino al porto o alla darsena, potrebbero essere molto stimolanti e magari una volta arrivati fare delle attività sul posto o semplicemente ammirare questi posti”, dice Pesaresi.

Un pianoforte in spiaggia

Una delle novità dell’edizione 2022 è stata un concerto per pianoforte sulla spiaggia dal titolo “Temps suspendu” della pianista Francesca Cesaretti. “Ho studiato pianoforte per tanto tempo in diversi contesti post laurea. Ho dedicato la mia vita alla musica, faccio tanto studio pianistico, tanti concerti in Italia e all’estero e insegno pianoforte ai ragazzi con tanta cura”, racconta Cesaretti che è attiva nel volontariato, organizzando concerti all’interno dell’ospedale di Rimini con i Donatori di Musica e AIL Rimini.

Francesca Cesaretti non conosceva “Esportiamoci”, e la sua partecipazione è nata da un incontro casuale con il dottor Andrea Parma avvenuto proprio all’interno dell’ospedale. “L’ho invitato ai miei concerti organizzati per il personale sanitario e per i pazienti. Non è potuto venire ma siamo rimasti in contatto e mi ha proposto di suonare a Esportiamoci. Nel 2021 sono venuta per la prima volta a vedere cosa succedeva in questa manifestazione e mi è piaciuta l’idea”, spiega Cesaretti.

Francesca Cesaretti è rimasta colpita dall’organizzazione della UISP: “È incredibile, sono veramente bravi, sotto il profilo umano e sociale e per me è una gratificazione immensa partecipare a questo progetto perché credo che con la musica si possa dare un valore aggiunto alle persone che partecipano a Esportiamoci dato che la bellezza può curare a tutti i livelli, sia fisico che mentale”.

Ma cosa vuol dire il titolo del concerto? "Vuol dire tempo sospeso, è una connotazione che ho voluto dare a tutta questa musica, di compositori francesi, che in qualche modo esprime il concetto di sogno, di notte, di fantasticheria, un momento di estasi e meditazione – spiega Cesaretti - Per unire tutte queste cose ho pensato che tempo sospeso fosse l’idea migliore anche perché questo progetto è nato nel periodo della pandemia quando come artista non potevo suonare e i teatri erano chiusi, quasi non si poteva neanche insegnare”. Francesca Cesaretti racconta di aver sofferto il periodo del lockdown: “Per noi musicisti non poter suonare è stato come tagliarci un dito e quindi ho creato un progetto che potesse andare avanti lo stesso, che diventerà un album discografico, e che rispecchiasse quello che stavo vivendo dove c’è molta lentezza ma che in quei piccoli cambiamenti di tempo sospeso qualcosa poi avviene e da ciò il pezzo finale il chiaro di luna di Debussy che è appunto una speranza di chiarezza”.

L'esperienza nel sociale di Francesca Cesaretti comprende attività con le comunità terapeutiche, le case di riposo e gli ospedali. “Mi piacerebe partecipare ancora a progetti come Esportiamoci, è stata un'esperienza incredibile perché c'è una emotività maggiore e la musica si infila fino alle ultime corde del cuore”.

La prova sub di Daniele

Fra tutte le attività proposte durante Esportiamoci 2022 vi è anche stata la possibilità di provare l’attrezzatura da sub. Questa esperienza è stata organizzata dal Settore di Attività Subacquea UISP Emilia Romagna - Circolo subacquee ravennate e del Subtruppen di San Giovanni in Persiceto.

Avevo già fatto questa esperienza nel 2019 ma le condizioni del mare erano piuttosto brutte, parzialmente mosso con conseguente acqua torbida e visibilità praticamente nulla e ciò aveva reso la prova abbastanza deludente in quanto indossando la maschera e guardando il fondo del mare si vedeva soltanto un indistinto muro marrone. Quest’anno invece le condizioni erano sensibilmente migliori con mare piatto e acqua limpida”.

Daniele racconta così la sua prova. “Ovviamente non stiamo parlando di una vera immersione in acque profonde, che richiederebbe una preparazione di giorni invece di minuti, ma di un divertente test con maschera, pinne, bombola ed erogatore di aria. Pur con queste limitazioni e immergendosi in un metro d’acqua, in pratica nuotare a pancia in giù guardando il fondo, si riesce ad avere un assaggio di questa attività sportiva che da soli sarebbe difficile fare dato l'attrezzatura che richiede. Imparare a respirare con calma usando l’erogatore non è stato facile, viene un po’ d’ansia ma una volta abituati ci si gode l’esperienza. Nel complesso consiglio di fare questo tipo di test anche solo in piscina, si potrebbe aprire un mondo di possibilità per esplorare i bellissimi mari che circondano la nostra splendida Italia”.

La biciclettata di Francesco

Mi è sempre piaciuto andare in bicicletta e quando mi hanno parlato di questa giornata in bici non ho esitato a partecipare. Non ero né attrezzato né allenato, avevo semplicemente voglia di pedalare”, racconta Francesco, uno dei 22 partecipanti alla biciclettata organizzata a Esportiamoci.

Tutti i partecipanti sono stati collaborativi nel seguire le linee guida degli operatori che avevano organizzato l’attività. “Abbiamo percorso un tragitto piacevole e in alcuni punti abbiamo anche costeggiato un fiume lungo una strada sterrata – dice Francesco - Ad un certo punto però ho iniziato a sentire la fatica e in quel momento ho capito che la mancanza di allenamento non mi avrebbe permesso di concludere tutto il percorso”.

Dopo aver percorso dieci chilometri, Francesco e altri tre partecipanti si sono fermati e sono ritornati indietro. Nonostante la fatica, per Francesco la biciclettata è un'attività da ripetere, “magari spostando l'orario della partenza, anziché alle 9 si potrebbe iniziare in tarda mattinata quando siamo più svegli e con più energia. Ringrazio personalmente gli organizzatori dell’attività e sicuramente parteciperò anche il prossimo anno”.

Sul trenino con Patrizia e Consuelo

Volevamo fare qualcosa di nuovo durante il nostro soggiorno a Viserba, così abbiamo colto l'occasione di visitare la città di Rimini, facendo il tour con il trenino”, raccontano Patrizia e Consuelo, altre due partecipanti di Esportiamoci.

Il giro panoramico di circa un paio di ore ha portato i viaggiatori dal lungomare di Viserba al centro storico di Rimini e ha permesso loro di vedere luoghi che da soli non avrebbero visitato. “È stato affascinante imparare, attraverso la narrazione della guida, la storia dei luoghi visitati con tutte le loro caratteristiche architettoniche e culturali”.

Il trenino era pieno ed è stato un momento di interazione e socialità con altre persone. “Tra tutte le cose viste, ciò che ci è rimasto più impresso è stato il Ponte di Tiberio, distrutto durante la guerra e poi ricostruito, ma ci sono piaciuti anche il Ponte di Augusto, il Duomo di Rimini, la parte vecchia della città e in particolare abbiamo visitato un paesino pieno di targhette con i nomi delle famiglie che ci abitano. Inaspettatamente abbiamo fatto anche una bella passeggiata nel parco che, visto la bella giornata di sole, ci ha fatto proprio bene. Per concludere ci teniamo a ringraziare gli organizzatori della piccola gita e soprattutto la nostra guida che con pazienza e passione, ci ha raccontato tutte le bellezze storico-culturali che abbiamo avuto il piacere di visitare”. 

E così anche quest'anno si è chiusa Esportiamoci. Nel complesso è stata una manifestazione riuscita. L'organizzazione, pur messa a dura prova dal numero di eventi e partecipanti, è riuscita a realizzare tutto il programma. Di grande aiuto è stato il meteo, con sole e temperature oltre le previsioni, soltanto un po' di pioggia il martedì sera e qualche nuvola il giovedì mattina.Inoltre il mare era pulitissimo come non mai ed invogliava a bagni ristoratori dopo le tante attività sportive. Nuove amicizie sono nate ed è stato bello reincontrare vecchi compagni del viaggio di Esportiamoci che ci auguriamo possa continuare per tante altre edizioni.



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

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...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
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Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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