di Marie-Françoise Delatour, Capofila della Casa di Tina
Nel giugno 2021 abbiamo inaugurato la Casa di Tina, casa delle associazioni della Salute Mentale di Bologna, frutto della collaborazione tra 12 Associazioni della Salute Mentale, con il supporto della Città Metropolitana di Bologna, dell’Ausl, e con il contributo della Fondazione Del Monte e di donazioni di tanti amici e sostenitori.
Si è trattato del punto di arrivo di un cantiere partecipato pensato sin dal 2018, nell’ambito delle azioni per il quarantennale della legge Basaglia, cantiere di preparazione realizzato in gran parte durante il periodo Covid. A un anno di distanza, a che punto siamo? Anzitutto ricordiamo gli obiettivi del progetto:
“Avviare in centro a Bologna un luogo accogliente non sanitario, aperto e ricco di proposte di attività rivolte a tutti, atto a fare stare bene chi lo frequenta, a valorizzare le capacità nascoste delle persone che soffrono di disturbi mentali, ad aiutarle a riprendere per quanto possibile una vita attiva e responsabile”.
Non si partiva dal nulla: abbiamo voluto mobilitare e mettere in rete molte risorse già presenti sul territorio e stringere i rapporti tra diverse aree della salute mentale, gli operatori dei CSM, le associazioni di familiari e utenti, le cooperative sociali, la cittadinanza attiva del territorio, per offrire in prospettiva presso la casa di Tina un catalogo di varie possibilità di socializzazione e di attività, con accesso diretto per gli interessati.
Prima fase: la preparazione
Al termine di una lunga fase esplorativa per individuare i locali più idonei per accogliere il progetto, i locali da adibire alla “Casa di Tina” ci sono stati conferiti il 1° novembre 2020 da parte dell’AUSL di Bologna, tramite una convenzione tra AUSL e l’Associazione capofila del progetto, Cercare Oltre.
Trattasi di una villetta con giardino di proprietà del Comune di Bologna, sita in via di Corticella 6, in zona facilmente raggiungibile dai mezzi pubblici. L’AUSL, che da anni prende in affitto dal Comune tale palazzina, l’ha concessa in comodato d’uso gratuito alla rete delle Associazioni del progetto.
Le condizioni dell’edificio e del giardino alla consegna richiedevano una azione corposa di “rinfrescamento” dei muri interni e degli esterni, soprattutto del piano interrato che da magazzino doveva passare a un uso per sala riunioni ed uffici. Abbiamo realizzato un “cantiere scuola” per insegnare a un gruppo di utenti della salute mentale, di familiari e di volontari a scrostare i muri, a montare il parquet, a tinteggiare, decorare e arredare gli ambienti. Il cantiere è stato condotto con la collaborazione di educatori esperti della Coop Sociale ETA BETA che ha formato e coordinato il gruppo, affiancati da soci ex-tossicodipendenti con già esperienza di questo tipo di cantiere formativo.
Le forniture per il ripristino degli ambienti sono state pagate con donazioni di privati e di soci delle associazioni (parquet, alcuni elettrodomestici, mobili, ferramenta, pittura); per i mobili della cucina, ambiente così importante per la socializzazione, sono stati utilizzati mobili donati da un socio della rete, opportunatamente adattati e integrati con piccoli accorgimenti. L’insegna esterna della Casa di Tina è una vetrata artistica firmata da Joan Crous e realizzata da un gruppo di utenti del laboratorio di vetreria della cooperativa Eta Beta.
Durante la fase di preparazione, varie azioni di formazione, rivolte a utenti familiari e volontari, hanno riguardato la decorazione degli ambienti interni, la falegnameria e produzione di arredi su misura, nonché corsi (webinar) sulla comunicazione, in particolare comunicazione tramite social network.
Tale cantiere scuola è stato ultimato nel mese di aprile 2021 e il 4 giugno, appena possibile rispetto al calendario di riapertura delle attività del terzo settore dopo la fase acuta Covid, abbiamo organizzato l’inaugurazione della Casa di Tina. All’inaugurazione hanno partecipato varie personalità dell’AUSL, del Comune di Bologna e del quartiere Navile ove ha sede la casa, con il quale si sta avviando una collaborazione fruttuosa.
Seconda fase: L’apertura della Casa di Tina e le prime attività
A partire dal mese di maggio 2021, la Casa di Tina ha accolto progressivamente una serie di attività delle associazioni partner. L’approccio utilizzato è quello della recovery, con un clima sereno e informale di condivisione e cooperazione, nel massimo rispetto delle aspettative e dei diritti di ciascuno, con una collaborazione alla pari tra le varie persone che frequentano e fanno vivere la casa (utenti, familiari, operatori, cittadini volontari).
Durante il primo anno la casa di Tina ha accolto in particolare:
- La sede della redazione del Sito Sogni&Bisogni (sito del Dipartimento SM e delle associazioni della Salute Mentale)
- La sede del giornale degli utenti “Il nuovo Faro” (giornale di libera espressione degli utenti)
- La sede del sito della Consulta regionale SM “Parliamone Insieme” (progetto sperimentale regionale con gestione DSM e Cercare Oltre)
- Corsi e laboratori settimanali di informatica gestiti in collaborazione con il consorzio di cooperative sociali Indaco (progetto PACO)
- Attività del gruppo degli artisti irregolari (gruppo coordinato da una educatrice del DSM)
- Laboratorio del gusto del partner Ass. Cristina Gavioli (Azione PRISMA)
- Ciclo di giornate settimanali di cucina sana del progetto “Benessere psicofisico” (Azione PRISMA)
- Corso di yoga (azione PRISMA)
- Corso di meditazione e integrazione corpo-mente (azione Prisma)
- Incontri di sollievo organizzati dal partner Ass. Galapagos
- Incontri di socializzazione delle associazioni GRD-bologna e Passo Passo per bambini e adolescenti della NPIA (Azioni PRISMA e PACO).
- Un ciclo di giornate settimanali di sollievo per utenti medio-gravi e gravi che escono di rado da casa. Tale iniziativa, realizzata dal partner AITSAM grazie alla collaborazione di un educatore della cooperativa sociale Asscoop, si è dimostrata molto apprezzata e fondamentale per superare l’isolamento e sta diventando un modello ripetuto anche nel 2022. Il nome dato a questa ultima iniziativa, “una splendida giornata”, traduce bene le aspettative dei partecipanti e il punto di riferimento che è diventato per loro la Casa di Tina.
Organizzazione della Casa di Tina
L’obiettivo di configurare l’organizzazione della Casa di Tina e la definizione dei vari ruoli all’interno è stato frutto di varie discussioni e confronti all’interno della rete di partenariato. Le Associazioni partner hanno elaborato e approvato un regolamento interno che specifica i ruoli e le responsabilità di ciascuno. Tale regolamento è utilizzato da ormai un anno e si basa su un Comitato di Coordinamento che riunisce regolarmente tutti i partner. Man mano che si va avanti con le attività, ESP e utenti vengono associati con ruoli di responsabilità, e le collaborazioni vengono estese anche a cittadini attivi che vengono alla Casa di Tina per partecipare o per fare volontariato.
E adesso, come andiamo avanti?
Durante il primo anno di avvio, i frequentatori sono stati circa 130. L’obiettivo adesso è quello di aumentare la frequentazione e di “riempire” tutte le giornate con attività delle singole associazioni anche durante il week-end e in serata, e in prospettiva di potere accogliere a “porte aperte” tutti i giorni le persone con disagio psichico o disabilità che hanno bisogno di compagnia, di amicizia e di sostegno.
Potere entrare, fare due chiacchiere con un amico, prendere un caffè, una merenda, e poi se si vuole partecipare a un gruppo di lettura, di ascolto musica, un gruppo cinema o più semplicemente potere raccontare la propria esperienza senza rischio di sentirsi a disagio e giudicato, incontrare “persone normali” senza ruolo terapeutico, oppure anche terapeuti presenti in veste di normali cittadini, in un rapporto di semplice ascolto e amicizia, al di fuori dei ruoli formali in sede AUSL, tale è il nostro obiettivo.
Inizieremo tra poco con una “giornata aperta” di questo tipo tutti i giovedì, grazie alla collaborazione settimanale di un gruppo di 4 persone che gestiranno l’accoglienza durante tutta la giornata: 2 ESP (utenti Esperti del rapporto tra Pari in tirocinio formativo) e 2 volontari, uno di una associazione partner e uno messo a disposizione da AUSER tramite il Quartiere Navile.
Durante quest’anno avvieremo anche prime attività di accoglienza rivolte specificatamente ai giovani con disagio, cogliendo anche l’esperienza delle associazioni che lavorano da tempo con gli hikikomori. Tutto questo richiede organizzazione per mobilitare le persone e le strutture disponibili per aiutarci, e generosità da parte di tutti i volontari che intervengono a titolo gratuito per fare vivere la Casa di Tina.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
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