Luca ha un aspetto mite e riservato. Ha la sua storia da raccontare, un percorso di rinascita che parte da un vissuto travagliato. Accanto a lui c’è Maria Parracino, la generosa volontaria dell’Associazione Cristina Gavioli che lo ha accompagnato presso la nostra redazione.
E' da tre anni ormai che è un volontario e grazie alle attività che promuove l'associazione questa estate si è concesso con gli utenti e i volontari una meravigliosa avventura al mare a Viserba.
Inizialmente Luca era titubante perché aveva l'ansia di combinare guai o che potesse succedere qualcosa di poco piacevole. Purtroppo vede sempre l'aspetto negativo delle cose. E questo atteggiamento ha in lui delle radici profonde.
Luca ha una famiglia, e questo dovrebbe essere motivo di felicità. Ma se con la memoria torna ai suoi ricordi più lontani riconosce di avere sempre sofferto di una fragilità particolare. Alcune circostanze hanno reso la sua vita più difficile: alle scuole medie frequentava una classe tutta maschile, e questo ha complicato il rapporto già difficile con le ragazze. Questa timidezza è stata un limite fondamentale nella formazione del suo carattere. Ci confida che spesso era in difficoltà.
Dopo la scuola, finita la terza media, scelse di lavorare presso la piccola azienda di famiglia, iniziando come apprendista fino ad arrivare a esserne socio. Trent’anni con pro e contro tipici di un lavoro in proprio, con tanto stress. Tutto procedeva bene fino alla fine del 1999, quando il 24 dicembre viene a mancare il padre, suo punto di riferimento. Il mondo gli crolla addosso. Luca non ha neanche il tempo di metabolizzare, tutto era accaduto troppo in fretta.
Era giunto il momento di assumersi le responsabilità che aveva sempre evitato. L’altro colpo importante per la sua stabilità emotiva è avvenuto a causa della chiusura dell’attività, dopo sette anni e mezzo fra alti e bassi. Piombato in una crisi profonda, non sentendosi più in grado di rientrare nel mondo del lavoro, dopo un anno e mezzo di inattività e con l’aiuto del Centro di Salute Mentale, riesce ad accedere a un colloquio. Il 2 gennaio 2009 è partito con una nuova avventura lavorativa: assunzione immediata. Anche in questo si manifestano stress, riluttanza per i compiti che non riteneva alla sua portata e difficoltà a essere comandato. Col passare del tempo riesce a ritagliarsi i suoi spazi ed essere apprezzato dai colleghi di lavoro.
Purtroppo nel 2013 inizia una parabola discendente dell’azienda, fino alla definitiva chiusura, quindi cassa integrazione e poi disoccupazione. Il tempo passa e la crisi si ripresenta. Cosa fare adesso? Ripreso in carico dal CSM, dopo parecchi tempo gli viene proposto un tirocinio nel reparto cucina di una locanda. L’entusiasmo c’è, si parte. Non è tutto rose e fiori, non è una passeggiata, qualche incomprensione, ma piano piano, da pela patate a lavapiatti poi visto l’impegno assistente alla cucina, era riuscito a farsi apprezzare da tutti. L’autostima era cresciuta, fino al termine del percorso. Ora Luca si gode una meritata pensione e una nuova serenità.
La nuova condizione di Luca gli ha consentito di partecipare alla vacanza a Viserba organizzata dall'associazione Cristina Gavioli e al Centro Sociale Trebbo, che ha pagato la trasferta a tutti i partecipanti portati dall’associazione. Inizialmente era titubante, ma l’incoraggiamento di sua moglie è stato determinante per aggregarsi alla gita. “Vedrai che questi quattro giorni ti faranno bene”.
Luca nel suo nuovo ruolo di volontario si sente utile. “Mi sembrava di essere una sentinella. Anche se i villeggianti erano autonomi presentavano qualche problematica”. Luca, in realtà, aveva preso un po' troppo sul serio il suo ruolo. La sua ansia si riversava in una mania di controllo degli altri, che riteneva fragili, suscitando qualche perplessità da parte dei “controllati”. Ma col tempo Luca, attraverso un confronto con operatori e volontari che correggono il suo comportamento, riesce a tranquillizzarsi e inizia a godere con maggiore serenità della vacanza fra camminate e aperitivi sulla spiaggia.
Quattro giorni di vacanza al mare possono sembrare pochissimi rispetto a un'intera estate vissuta a casa. Ma spesso chi soffre di disturbi ha grosse difficoltà ad allontanarsi dal luogo in cui vive.
In queste circostanze un legame affettivo è un grande dono e una grande fortuna per chi soffre di fragilità, e la vicenda di Luca lo dimostra, perché dietro a questi pochi e preziosi giorni di svago e aria buona c'è il sostegno amorevole di sua moglie, che l'ha convinto a partire.
Dietro alle storie di sofferenza ci sono sempre figure affettuose di sostegno. Questa testimonianza è dedicata anche a loro.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
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