a cura di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni
Undici anni di direzione del Dipartimento della Salute Mentale- Dipendenze Patologiche dell’AUSL di Bologna. Dopo tanti anni di esperienza, di lavoro fatto di innovazioni organizzative e creazione di nuove relazioni con le associazioni dei familiari, il dottore Angelo Fioritti lascia il suo incarico per la meritata pensione. Noi di Sogni e Bisogni non potevamo esimerci dal raccogliere alcune riflessioni da parte di un direttore che è stato spesso vicino alle associazioni non solo in fase progettuale e di riunioni collettive, ma anche nei momenti più informali come feste, momenti conviviali, eventi sportivi, insomma le attività in cui i familiari e gli utenti erano protagonisti.
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Una carriera iniziata nel 2010, con una parentesi di due anni come direttore sanitario dell’AUSL di Bologna, quando il DSM, creato nel 2006 dall’unificazione dei tre gruppi territoriali di Bologna Nord, con una impostazione psicosociale, Bologna Sud, più psicologico-dinamico, e Bologna Centro con le attività ambulatoriali, doveva sciogliere i nodi dell’autismo, le politiche dell’inserimento residenziale, i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, l’abilitazione psicosociale e altro ancora.
La strategia è stata quella di allargamento del campo istituzionale del Dipartimento dai professionisti del settore agli utenti e ai familiari (sia in forma singola che associata) agli amministratori locali e ai direttori dei distretti. Il Dipartimento di oggi si presenta come un complesso unitario in cui le differenze geografiche e dei settori si stanno superando, un sistema che guarda allo sviluppo della Salute Mentale e non solo la cura delle malattie, attraverso la co-progettazione con le associazioni e le istituzioni territoriali anche attraverso strumenti importanti come il Budget di Salute, che indaga e porta soluzioni personalizzate per gli utenti. Per fare l’esempio dell’impegno nell’inserimento sociale, ci sono 1200 persone seguite nel mondo del lavoro, più di 500 in tirocinio formativo regolarmente contrattualizzate e altrettante in Individual Placement and Support con contratti lavorativi a costi di mercato.
La prospettiva ulteriore deve essere il superamento dei punti di frattura fra NeuroPsichiatria Infanzia e Adolescenza, la Psichiatria Adulti e il SERT. Il vero cambiamento si deve perseguire con il massimo sviluppo del potenziale umano attraverso azioni di carattere sociale lavorativo e abitativo attraverso lo strumento della co-progettazione, allargandolo a tutta la cittadinanza.
Ci vuole una nuova attenzione della società civile partendo dall’inclusione delle persone con disturbi ma tenendo conto che questa necessità è presente nelle scuole, nel mondo del lavoro. Inclusione vuole dire la possibilità di fruire dei diritti, anche quelli dell’accesso alla cultura, all’arte. La Salute Mentale è di tutti e chi cura l’informazione, chi è alla finestra della società civile deve iniziare a svolgere un ruolo più attivo ed essenziale nel parlare di questo argomento.
Alla fine di questa intervista giunge inaspettata la domanda della nostra redattrice Maria: "Direttore, ma lei rimarrà con noi anche terminato il suo incarico?" Il viso di del dottor Fioritti si allarga in uno dei suoi tipici sorrisi rassicuranti. "Ma certo Maria, potrete sempre contare su di me e mi vedrete partecipare alle vostre prossime iniziative". Un arrivederci, quindi.
Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi
...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...
Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo Pini, di Milano.
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