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Il Centro Tasso: dalla nascita al suo sviluppo progettuale

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di Maria Berri, redattrice di Sogni&Bisogni

Nella sede del Centro Educativo e Riabilitativo Tasso ho intervistato Anna Begnozzi, coordinatrice dell'Unità Complessa e Chiara Ghelfi, coordinatrice del Servizio del Centro, che mi hanno accolta con calore ed entusiasmo. Ho avuto in passato il piacere di conoscere le due educatrici, poiché con Anna intrapresi un percorso di riabilitazione nello stesso Centro, mentre Chiara recentemente ha collaborato con la Redazione di Sogni&Bisogni.

Chiara e Anna

Nella foto Chiara e Anna nell'ufficio del coordinamento

Il Centro Tasso, che prende il nome della via in cui è situato, ha sede al numero civico 2, nel quartiere Navile di Bologna.
La sua mission consiste nell’elaborazione di progetti educativo – riabilitativi personalizzati (Budget di Salute), effettuati mediante interventi individuali e/o di gruppo da svolgere sia all’interno che all’esterno della struttura, dedicati a persone con problematiche psichiatriche.
Il progetto riabilitativo e la sua valutazione sono frutto della condivisione tra l'équipe del Tasso, l’utente, gli operatori del Centro di Salute Mentale di riferimento, i referenti affettivi primari ed eventuali altri soggetti coinvolti.

La struttura è disposta su due piani ed è provvista di una piccola area esterna verdeggiante; al pianterreno trovano spazio un ampio soggiorno e una sala da pranzo, utilizzabili con modalità polivalenti, grazie alla presenza di una parete mobile; una grande cucina attrezzata; una stanza dedicata all'accoglienza che funge anche da segreteria. Al piano superiore ci sono: la palestra utilizzata anche da sala musica, l'atelier di grafica, una stanza per l'attività di informatica e altri ambienti.

La origini del Centro e le sue trasformazioni

Inaugurato nel 1991, nasce come semiresidenza Tasso gestita dalla Asl, nel momento storico in cui i CSM e la psichiatria bolognese stavano creando dei servizi di intermediazione sul territorio. Le attività proposte all'utenza si sarebbero dovute svolgere non nei contesti ambulatoriali o nei CSM, ma in nuove strutture non sanitarie più vicine alla cittadinanza, ai quartieri, alle realtà della città e con finalità educative e riabilitative.
Precisamente è stato fondato da un pool di operatori del CSM Tiarini per conto del Dipartimento di Salute Mentale di Bologna.
La dottoressa Licia Govoni è stata la prima referente e responsabile del servizio, ma non era sola.
Infatti si è avvalsa della collaborazione di altri colleghi del Tiarini come il dottor Graziano Campanini e gli assistenti sociali Marta Ardenghi e Libero Besteghi e altri operatori come educatori, infermieri, assistenti sociali della Asl. Inoltre, hanno partecipato a questo progetto un gruppo di educatori che lavoravano in virtù di una convenzione che la Asl aveva con il privato sociale. Dal 1991 al 1999 è stato l'ENAIP (Ente Nazionale ACLI Istruzione Professionale) l'ente che forniva il personale educativo in convenzione. Dal 2000 se ne è occupata la cooperativa sociale Asscoop. Fino al 2010 il Centro era gestito dalla ASL e dal gennaio 2011 c'è stato il passaggio dell'intero servizio al privato sociale e la Asscoop è subentrata nella gestione diretta del servizio, in continuo raccordo con i referenti del Dipartimento di Salute Mentale.

Le attività pregresse e in itinere

Le prime attività prevedevano il coinvolgimento di tecnici come ad esempio il laboratorio-biciclette svolto in collaborazione con un meccanico che insegnava ai partecipanati a ripararle. Fu così creato un vero e proprio parco-biciclette a disposizione del Centro. Questo tipo di attività era spendibile in un percorso di formazione-lavoro e inoltre utile per sviluppare competenze quali logica, organizzazione del compito, sequenzialità. Sono stati, tra l'altro, anche creati il laboratorio artistico e di fotografia e attuati percorsi di formazione-lavoro con finalità di assunzione, in quanto prima la allora semiresidenza Tasso si occupava anche di inserimenti lavorativi degli utenti, tramite le borse-lavoro.

Le attività in itinere sono varie e numerose, mutano in base ai bisogni che emergono durante il Budget di Salute.
Si annoverano attività in cui l'obiettivo è il consolidamento delle proprie autonomie come quelle che si occupano di cucina, che variano in base alle incombenze e preferenze dei partecipanti. Sono tra quelle che riscuotono maggior successo, dato che offrono momenti di convivialità. Inoltre, vengono praticate attività basate più sull'aspetto socio-relazionale come le uscite serali o quelle culturali, svolte una volta al mese presso musei o mostre. Il Centro organizza anche la vacanza-soggiorno, una volta l'anno che varia in base alle richieste. Altre attività che si sviluppano sono più metacognitive come il corso di mentalizzazione, di educazione cognitiva (metodo Feuerstein che serve per sviluppare tecniche di apprendimento) e di potenziamento delle abilità sociali. Queste ultime sono molto gradite dagli utenti e consistono nel fornire, attraverso il roleplaying o altri esercizi, tutte quelle capacità che possono servire a una persona per relazionarsi all'esterno, come andare in un negozio per fare un acquisto. Altra abilità sociale che si può rafforzare è quella dell'assertività, cioé riuscire a esprimere un proprio parere in maniera educata, ma al contempo fare in modo che lo stesso venga preso in considerazione.
Io personalmente frequentai con successo il corso di mentalizzazione perchè mi ha aiutato a ragionare e a prendere consapevolezza dei miei stati mentali, tentando di comprendere quelli altrui, contestualizzati al qui e ora.
È un'attività non di tipo introspettivo che si attua attraverso esercizi giocosi e di roleplaying.

Si praticano anche attività sportive svolte in piscina; attività espressive di arte e attività musicali, infatti il Centro Tasso vanta un vero e proprio complesso chiamato Tasso Band. Comunque tutte le attività sono il mezzo, non sono il fine, offrono strumenti che i partecipanti possono trasferire nella vita quotidiana.

Gli utenti e gli operatori

Gli utenti presi in carico dal Centro sono circa 200 e interessano maggiormente la fascia di età che va dai 30 ai 55 anni. Negli ultimi due anni c'è stato un incremento di ragazzi dai 16 ai 22 anni. L'idea dell'équipe del "Tasso" è di poter organizzare, in sinergia con il territorio e altre cooperative partners, spazi destinati ai più giovani cercando partnership col Comune e col quartiere. Luoghi in cui i ragazzi, che presentano problematiche relazionali e difficoltà di apprendimento nel percorso scolastico, non si sentano ospiti, ma parte attiva e collaborativa.
I 21 operatori che lavorano nel Centro sono tutti educatori professionali con un titolo di laurea riconosciuto.

Raccolta beni per l'Ucraina

Non si può tralasciare una importane iniziativa organizzata dal Centro cioè la raccolta beni di prima necessità per l'Ucraina.
Dopo lo scoppio della guerra, durante una riunione dell'équipe, è emersa la volontà da parte di tutti gli educatori di voler dare un aiuto concreto. Quindi hanno deciso di mettersi in contatto con l'associazione Italia-Ucraina (Bologna) e con il Comune che hanno fornito loro le indicazioni dei beni principali di cui c'era effettivamente bisogno. Da lì c'è stato un battage pubblicitario seguendo innumerevoli canali sia telematici, sia attraverso una campagna di volantinaggio a cura degli utenti. L'evento, contro ogni aspettativa, ha avuto un grande ritorno, non solo da pate degli utenti che sono stati tutto il giorno impegnati a imballare pacchi e a fornire supporto, ma anche da parte del quartiere. Le persone si sono avvicinate incuriosite ed è stata un'occasione di socializzazione e di comunione d'intenti tra utenti e comuni cittadini. Tantissime persone entravano, ringraziavano, e tra queste una signora ucraina, momento molto toccante e di autentica solidarietà. Questi beni sono stati dati in parte, come medicinali e cibo, all'associazione ucraina che li ha spediti direttamente in Ucraina; mentre la parte riguardante l'abbigliamento è stata data alla Caritas che la distribuisce ai rifugiati che stanno arrivando in Italia. L'evento ha avuto luogo il 18 marzo ma si è poi protratto perchè le persone hanno continuato anche nelle settimane successive a donare beni.
Gli educatori del Centro, consapevoli del fatto che stanno arrivando a Bologna tante famiglie, tante mamme con i loro bambini con tutti i loro traumi e con il loro vissuto travagliato, sono intenzionati a non fermarsi e a mettere a punto modalità di supporto a favore di queste persone.

Integrazione di rete extraterritoriale

L'iniziativa in favore dell'Ucraina è un chiaro esempio di come gli educatori del Centro Tasso abbiano intessuto relazioni col territorio, ma oltre a questo hanno creato partnership come quella con la Fondazione Villa Ghigi svolgendo attività che riguardano la tutela e l'incremento del verde. Altro esempio è la collaborazione avuta con l'Oasi felina di Bologna.
Attualmente è in essere la collaborazione con la palestra di San Giovanni in Persiceto, insieme alla cooperativa sociale il Martin Pescatore. Di concerto con l'unione polisportiva persicetana si attua un progetto per quel teritorio che prevede una parte di attività espressiva attraverso un laboratorio artistico e una parte legata allo svolgimento di una attività corporea che è il Tai Chi. Due aspetti che si integrano in un unica progettualità che coinvolge i giovani di quella zona. Questo per rispondere alla richiesta giunta dal CSM della Pianura Ovest di fare qualcosa per i giovanissimi che si svolgesse vicino ai luoghi dove abitano. Storicamente hanno avuto tantissime collaborazioni con associazioni o enti del territorio e continuano a intessere alleanze e relazioni. Quindi l'obiettivo principale è potenziare sempre più le reti col territorio per integrarsi con il tessuto cittadino e per abbattere lo stigma.

La risposta all'emergenza pandemica

In tempo di Covid il pensiero dominante dello staff del "Tasso" è stato, in particolare durante il lockdown, di non lasciare soli gli utenti. Tutti gli operatori si sono attivati per contattare, anche più volte al giorno, le persone che seguivano o telefonicamente o attraverso videochiamate e nel frattempo si iniziava a ripensare come rendere fruibili le attività a distanza. Stimolare la mente è importante, soprattutto per chi vive in isolamento o ha scarsi rapporti sociali. Gli operatori hanno escogitato un modo per attuare il colloquio a distanza attraverso tutti gli strumenti telematici. Tutte le attività che il centro mette in campo si sono svolte tramite l'utilizzo di tutorial, video, immagini, whatsapp e skipe, assegnando ai partecipanti anche dei compiti. Sono state svolti anche tour e camminate virtuali.
Insomma tutte le attività che erano in corso sono state adattate e svolte da remoto in modo da non far sentire ai partecipanti la lontananza.
Gli educatori hanno cercato di mantenere il più possibile i contatti. Non c'è stata dispersione, né ricoveri o urgenze particolari e neanche un incremento del disagio. Anzi molto gradita dall'utenza è stata l'attenzione e la presenza da parte degli operatori che hanno mitigato gli effetti che la pandemia ha sortito su tutti.

Testimonianza

Per merito di Anna e Chiara ho anche incontrato una utente che frequenta da molti anni il Centro Tasso, una artista irregolare. Sandra, il nome della signora, mi ha raccontato che si è sempre trovata perfettamente a suo agio con tutti gli educatori del Centro. "La mia prima educatrice è stata Emanuela Tibaldi con la quale mi sono trovata benissimo. Poi mi ha seguita la brava Barbara Cicchetti per le ore individuali. I primi tempi in cui mi recavo al Centro praticavo le attività di cucina, come la preparazione dei tavoli o dei pasti. Grazie alle passeggiate terapeutiche ho frequentato le persone che si recavano nel parco di villa Angeletti in cui si danno in genere spettacoli molto divertenti. Amavo al ritorno fermarmi in un bar a sorseggiare un buon caffè e chiacchierare con i vicini".

Durante il periodo di lockdown, avendo subito un infortunio, Sandra è rimasta a letto per 4 mesi, ma Barbara, l'educatrice che la segue, è sempre andata a casa sua per sostenerla, confortarla e stimolarla a fare disegni o letture. E anche se Sandra era costretta all'immobilità, Barbara la faceva sentire meno sola.

"È bello frequentare il Tasso, perchè ci si incontra in varie attività. Adesso io non faccio più parte del gruppo passeggiate ma incontro le stesse persone nelle uscite serali organizzate una volta al mese. Siamo anche andati a mangiare la pizza o a prendere un gelato. Ho sostituito le passeggiate col corso di inglese tenuto da Andrea, un'educatrice deliziosa che comprende i problemi di tutti".
Per il futuro Sandra non sa bene a quali attività parteciperà, ma è certo che per lei sono preziosi ed utili i momenti di convivialità e socializzazione che vengono offerti dagli educatori del centro.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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