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Associazione Cristina Gavioli: una storia, tante storie

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A cura di Federico Mascagni

Giulia è una studentessa di Arte Terapia e laureanda in Storia dell’Arte, quando decide di scrivere la sua tesi sulla vita di Cristina Gavioli, allora degente in una struttura di salute mentale. Cristina è dotata di notevoli capacità artistiche ed esprime il suo talento attraverso la creazione di acconciature originali, creazioni miste di bigiotteria, abiti decorati con materiali di volta in volta differenti e inusuali. Accanto a Cristina c’è Maria Parracino, sua educatrice e consigliera, confidente, amica.


FotoCristinaGavioliAlla morte di Cristina, la sorella Graziella, decide di finanziare iniziative finalizzate alla ricreazione e al recupero della creatività per i pazienti psichiatrici, compagni di Cristina e, a questo scopo, coinvolge Giulia e Maria che accettano di collaborare. Si organizzano, nel corso di due anni, laboratori manuali, di disegno e passeggiate nei parchi, nelle vicinanze della residenza di cura dove alloggiava Cristina Gavioli. Visto il successo delle iniziative si decide di fondare un’associazione a nome di Cristina. La presidente è Graziella il vice presidente è suo marito Luigi. È il 2014. A Bologna Maria Parracino è la responsabile dell’associazione.
Dal 2016 l’associazione entra a far parte del Cufo che si costituisce come cerniera tra le associazioni e il Dipartimento di Salute Mentale e al cui interno opera il Prisma (Promuovere Realizzare Insieme Salute Mentale Attivamente) organismo insieme al quale vengono coprogettate le attività successive dell’associazione.
I laboratori di movimento e di arte prendono una regolare cadenza, con la partecipazione di circa 50 utenti.
Nello stesso periodo si aggiunge un laboratorio di cucina che si tiene una volta al mese, presso “Il Provvidone” a Castel Maggiore. Il centro sociale di Trebbo di Reno “Contea Malossi” con la collaborazione del Forno “Pan Trebbo”, nel 2017/18 hanno organizzato per l’associazione incontri e pranzi con lo scopo di favorire lo scambio e l’integrazione. Il successo avuto incoraggia a sperare di organizzarne ancora l’anno prossimo.
Altre attività sono state la visita a FICO, la visita a mostre cittadine e gite al mare.
Il canale di comunicazione fra associazioni, il Dipartimento e i Centri di salute Mentale è fondamentale per far sì che gli utenti vengano a conoscenza delle associazioni e delle loro attività. Ci auguriamo che la collaborazione si incentivi sempre più”. Con queste parole che sono un auspicio Maria Parracino conclude la nostra conversazione.



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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